La didattica a distanza e la scomparsa dell’infanzia

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io_noiLa didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus. Purtroppo può favorire la scomparsa dell’infanzia. Occorre salire di livello per attuare una didattica a distanza, ma interattiva con gli alunni.

 

 

La didattica a distanza è sicuramente una buona soluzione

La didattica a distanza rappresenta la risposta più adeguata all’emergenza da Coronavirus che ha portato alla sospensione delle lezioni e condurrà probabilmente alla chiusura delle scuole. Non ci sono alternative! Meglio ne esiste una: inviare tramite WhatsApp o altro servizio IM compiti o schede. Questo è giustificabile per un arco di tempo breve. Purtroppo non sappiamo se la scuola riaprirà il 6 aprile. Sicuramente a quella data sarà passato dalla prima sospensione (5 marzo). Quindi occorre salire di livello, trasferendo per quanto è possibile il far scuola quotidiano nell’ambiente virtuale. E questo significa proporre nuovi contenuti, affascinando (motivando) gli studenti senza il supporto della prossimità fisica che significa il tono della voce, lo sguardo, la mano sulla spalla… Senza dimenticare il contributo che offre la dinamica relazionale e sociale di una classe.

La didattica a distanza e il rischio dell’intermediazione dell’adulto

Sicuramente la didattica a distanza compromette la prossimità fisica, ma una sua “vulgata” può far eclissare anche il bambino. Una tipologia di didattica a distanza, infatti rimette al centro i genitori, coinvolgendoli più direttamente, Sono loro, infatti ad accedere ai contenuti, attraverso il registro elettronico o altri ambienti virtuali. Sono loro ad effettuare il download e qualche volta l’upload. Gli alunni, invece diventano i terminali del processo di consegna. Una certa didattica a distanza non ha come interlocutori diretti gli alunni, bensì i genitori. In quest’ottica essi assomigliano a dei segretari che ricevono la corrispondenza per poi passarla alla persona interessata. In altri termini, una certa traduzione semplificata e riduttiva della didattica a distanza favorisce l’intermediazione dell’adulto, eclissando il bambino. Occorre quindi individuare soluzioni come file audio o video dove l’alunno riappare per presentare il suo prodotto. Sappiamo benissimo che l’alunno non cessa di esser bambino. Questo si declina nell’immediatezza, nello stupore e nella fiducia che caratterizza il profilo di alunni. Probabilmente questo è l’aspetto più interessante del nostro lavoro: interagire con persone che ancora non hanno quei filtri degli adulti. Gianfranco Scialpi