Competenza informativa, una buona notizia dalla Finlandia

bambini_maestradi Gianfranco Scialpi

Competenza informativa, la Finlandia parte. Esempio di anticipo di un futuro prossimo, che in qualche modo è già presente. Anche da noi è possibile, partendo dall’educazione civica. Il problema restano i docenti e non solo.


Competenza informativa, la Finlandia anticipa il futuro prossimo

Competenza informativa, ho più volte espresso la necessità di integrare i progetti digitali, troppo identificati con il coding, con percorsi basati sulla gestione critica delle informazioni. La suddetta competenza caratterizzerà in modo significativo il profilo 2.0 del cittadino dei prossimi anni. Una bella notizia proviene dalla Finlandia, che ha un sistema formativo all’avanguardia nel mondo per la sua capacità di coniugare il tradizionale con l’evoluzione delle tecnologie, anticipando molti pezzi di futuro.
Si legge su Valigia blu : “La Finlandia ha inserito l’alfabetizzazione alle notizie e l’insegnamento al pensiero critico nel piano scolastico nazionale nel 2016 ed è un ottimo esempio di come un governo può agire se vuole combattere contro la diffusione di notizie false senza ricorrere a controverse leggi “anti fake news”. L’arma più potente nelle mani della politica è l’educazione e la formazione pubblica, sin dalla scuola primaria. Nel programma della scuola secondaria, poi, la formazione diventa più specifica: gli alunni della scuola di Helsinki dove insegna Kivinen, per esempio, imparano quanto sia facile mentire con le statistiche durante le ore di matematica. Con il professore di storia dell’arte capiscono come il significato di un’immagine può essere manipolato. Studiando storia analizzano la più importanti campagne di propaganda dell’ultimo secolo. Mentre con il professore di finlandese possono riflettere su come le parole possono essere usate per ingannare, raggirare, confondere… L’obiettivo è formare cittadini attivi e responsabili. Pensiero critico, fact-checking e imparare a valutare le informazioni che riceviamo sono questioni cruciali. E sono oggi parte fondamentale delle materie che insegniamo. Attraverso tutte le materie”.

In Italia è possibile replicare il progetto

Anche da noi è possibile replicare il progetto. Esiste una sponda curricolare che si declina nella nuova Educazione civica, istituita con la Legge 92/19 da presentare (ovviamente) dalla scuola primaria. E’ presentata come insegnamento trasversale e impartita dagli insegnanti curricolari. Quest’ultimo elemento è stato confermato dal Decreto-scuola art. 7.
Interessante l’inserimento della cittadinanza digitale come una delle declinazioni dell’educazione civica, quasi sempre non menzionata da personaggi politici (V. Aprea) o dai massmedia.
Si legge all’art.5 comma 2 “1. Nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, di cui all’ articolo 2, e’ prevista l’educazione alla cittadinanza digitale. 2. Nel rispetto dell’autonomia scolastica, l’offerta formativa erogata nell’ambito dell’insegnamento di cui al comma 1 prevede almeno le seguenti abilita’ e conoscenze digitali essenziali, da sviluppare con gradualita’ tenendo conto dell’eta’ degli alunni e degli studenti: a) analizzare, confrontare e valutare criticamente la credibilita’ e l’affidabilita’ delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali; b) interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto.

Siamo pronti?

Poste le condizioni, occorre chiedersi se i docenti italiani sono pronti a raccogliere la sfida di un’istituzione che non teme di confrontarsi con l’informazione non solo cartacea. La risposta rimanda a una situazione a macchia di leopardo, dove competenze alte, coesistono anche all’interno dello stesso istituto con altre inadeguate. Bisogna aggiungere che un impedimento è dato dalla martellante propaganda a identificare il digitale con il coding.
Costituisce un distrattore e nello stesso una banalizzazione e una semplificazione del digitale, dimenticando spesso che il Web è caratterizzato da un profilo 2.0. (interazione, condivisione e partecipazione) Personalmente sono convinto che legarsi a una sola prospettiva sia limitante. Occorrono più approcci, dove la gestione delle informazioni, sempre più invadenti e caratterizzanti il Web, ricopre una funzione importante. Comunque solo un approccio variegato può attuare rendere saggi e consapevoli (M. Prensky) i nostri ragazzi.