Il Ministero Azzolina e la gabbia della legge di Bilancio
di Gianfranco Scialpi
Il Ministero Azzolina sarà fortemente condizionato dallo scenario proposto da Lorenzo Fioramonti.
Occorre ragionare sui vincoli imposti dalla legge di Bilancio (L.160/2019) per capire le possibilità di successo del nuovo Ministro. Risultano scarse su due qualificanti temi presentati da Di Maio (agosto 2019).
Il Ministero Azzolina, lo scenario e la legge di Bilancio
Il Ministero Azzolina, formalmente ancora non nato (è necessario un decreto-legge per lo spacchettamento del Miur), sarà condizionato da due elementi.
Il primo è rappresentato da un’intervista di L. Fioramonti : “La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che io ho individuato, non sono la sufficienza, ma rappresentano la linea di galleggiamento”.
Il secondo, invece è vincolante e rimanda alla Legge di Bilancio 2020 (L. 160/2019). Alla voce aumenti contrattuali del pubblico impiego si legge: “Le risorse passano da 1.650 a 1.750 milioni di euro per il 2020 e da 3.175 milioni a 3.375 milioni di euro per il 2021…Tali risorse comportano un incremento delle retribuzioni medie complessive del personale appartenente al settore Stato pari all’1,3 per cento per il 2019, all’2,01 per cento per il 2020 e al 3,72 per cento a decorrere dal 2021. (art. 1 comma 127)”.
Sommando altre voci, le risorse destinate alla scuola si avvicinano ai due miliardi richiesti (1.977 milioni di €).
Un approfondimento per capire il trucco contabile
Quindi, almeno per la scuola, tutto bene? La risposta purtroppo è negativa. Occorre ricorrere all’analisi, all’approfondimento per smascherare il trucco contabile. Si legge in Repubblica.it, che ovviamente fa riferimento al biennio : “L’88 per cento di quella cifra – ovvero 1,744 miliardi – saranno impegnati per il rinnovo del contratto di lavoro che riguarda un milione e cinquantamila docenti e 150 mila amministrativi di vario livello. Secondo le proiezioni della Federazione della conoscenza della Cgil, con questo finanziamento sarà possibile aumentare lo stipendio medio degli insegnanti di 40 euro nel 2020 e 70 euro nel 2021. Non ci sono le “tre cifre” reclamate da Fioramonti: per arrivare a un aumento a “quota 100″ serviranno altri 600 milioni”
Al netto dell’aumento contrattuale per il miglioramento della didattica e in genere del sistema formativo restano 161.06 milioni di €. Il valore è la somma delle voci presenti nella tabella (ho scorporato le borse di studio per gli specializzandi in medicina e i finanziamenti per “Crea”).
In percentuale rispetto ai 2 miliardi abbiamo questo valore: 0,08%. Quindi al di sotto dell’1%
Impegni impossibili per il nuovo Ministro
I numeri rimandano a uno scenario difficilmente confutabile. La legge di Bilancio 2020 è una sorta di gabbia, che impone la coerenza a tutti i provvedimenti approvati nell’esercizio finanziario del suddetto anno. Lucia Azzolina, quindi dovrà gestire lo stato di affogamento del sistema-scuola.
Difficile immaginare le modalità, senza pensare a un funerale!
Ad agosto Di Maio aveva dichiarato: “La scuola pubblica e’ un bene comune serve prima di ogni altra cosa una legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti.”
Personalmente le parole pesano e anche tanto. Non condivido l’uso disinvolto delle dichiarazioni, che nella comunicazione 2.0 hanno un valore prossimo allo zero! Il Leader del M5s ha fatto precedere il superamento delle classi pollaio dalla parte ” prima di ogni altra cosa”. Scorrendo le voci della suddetta tabella, non si incontra la locuzione “abolizione classi pollaio” o “superamento del sovraffollamento delle classi”.
Quindi l’aberrazione organizzativa voluta dal duo Gelmini/Tremonti (2008-09) sarà confermata!
L’on. Lucia Azzolina è la prima firma di un disegno di legge (5 luglio 2018) che mette nero su bianco l’enorme impegno finanziario distribuito in un triennio.
Medesimo giudizio sugli aumenti contrattuali.
Quelli previsti dalla L.160/2019 sono coerenti con quanto stabilisce il D.Lvo 29/93 che impedisce ai contratti pubblici di elargire risorse superiori al tasso di inflazione programmata.
Per uscire dalla gabbia del suddetto decreto, la soluzione è semplice ed era alla portata dell’ex Ministro L. Fioramonti: un dispositivo normativo che facesse uscire la scuola dal comparto pubblico!
Cosa potrà fare quindi L. Azzolina? Temo poco, pochissimo! In uno stato di diritto conta la normativa vigente!
Le dichiarazioni, invece valgono zero!