A come Assemblea

   Invia l'articolo in formato PDF   
image_pdfimage_print

abcA come Assemblea

da: Alberto Sanchez Cervantes  ‘La asamblea escolar’ Movimiento mexicano para la Escuela Moderna Ed. Practica, 2014, Mexico (trad. e riduzione G. Cavinato)

 

L’assemblea è una proposta centrale della Pedagogia Freinet che si propone di sviluppare l’autonomia dei bambini e dei ragazzi.
La formazione di una cittadinanza impegnata, consapevole dei propri diritti e doveri e solidale, è una delle finalità dell’insieme delle tecniche Freinet per una ‘scuola della vita’.
Esse si configurano come lo sviluppo di pratiche scolastiche favorenti la convivenza armonica e la costruzione di un mondo migliore per tutti/e.
Sebbene la violenza abbia radici profonde al di fuori dello spazio scolastico, essa si riproduce in tale spazio quando bambine e bambini manchino di spazi e opportunità per esprimersi e per esteriorizzare i propri sentimenti.
A scuola mancano canali attraverso cui gli alunni possano esporre le loro aspirazioni e i loro problemi, e si coinvolgano attivamente nella presa di decisioni.
La scuola non può costruire anticorpi alla violenza, né formare alunni autonomi, responsabili e liberi, se non ne promuove la partecipazione genuina.

I maestri che praticano la pedagogia Freinet stimolano la comunicazione, la cooperazione e la fratellanza nelle classi attraverso l’assemblea.Grazie ad essa si discutono e superano problemi che altrimenti provocherebbero negli alunni inimicizia, discriminazione, sospetto e altri comportamenti che potrebbero sfociare in aggressioni e molestie.
Nell’assemblea si potenziano valori etici e si preparano i ragazzi all’esercizio dei diritti di cittadinanza.
La società del XXI secolo è segnata da violenza e pratica quotidiana di antivalori, provocati da povertà economica e culturale, contrasti fra modelli educativi e di vita diversi, diffusione irresponsabile di violenza nei media, manipolazione televisiva, consumismo, culto del denaro, uso del potere politico per fini perversi, promozione del successo facile basato su traffici illeciti e non sullo sforzo, la costanza, il lavoro.
Inoltre, i bambini hanno scarse opportunità di condividere e conversare con genitori sempre occupati ed essi, a compensazione della poca presenza, compiacciono ogni loro capriccio. Li iperproteggono per evitare che provino frustrazioni ma, così facendo, ne compromettono lo sviluppo della personalità.
I bambini trascorrono gran parte del tempo libero guardando la televisione, ascoltando musica in cuffia, giocando con la playstation o naufragando in internet, attività che compromettono la formazione di rapporti interpersonali.
Dato l’isolamento in cui vivono, molti non apprendono le norme basilari della convivenza che in altre epoche erano parte naturale della vita dell’infanzia attraverso il gioco: stabilire regole, rispettare accordi , attendere il proprio turno, risolvere conflitti. Abbiamo bambini individualisti, egoisti, irrispettosi, a volte despoti.

I ragazzi e i giovani vivono in un ambiente antidemocratico che non facilita la formazione dei futuri cittadini in quanto la partecipazione sociale è molto limitata se non assente.
Un esito negativo si produce per l’incoerenza fra ciò che viene indicato ai ragazzi come dovere e ciò che vivono quotidianamente (gli adulti non praticano ciò che predicano).
Lo vediamo a scuola quando i bambini non rispettano le regole, si aggrediscono, non accettano di collaborare o ignorano gli insegnanti.
La scuola però può far molto per contribuire alla formazione morale e civica.
Non farlo può avere conseguenze sociali gravi.
Non si può attribuire solo alla scuola questo compito: le famiglie, i politici, i governanti, i proprietari dei mezzi di comunicazione di massa sono anch’essi responsabili.

Non si tratta di fare lezioni o prediche, come troppo spesso si ritiene sia sufficiente per l’educazione morale e civica, impiegando procedimenti che toccano solo in superficie il problema senza trasformarlo, ma di offrire buoni esempi e alternative.
Troppo spesso la scuola risolve ‘addomesticando’ tramite castighi. Ma i castighi provocano apatia, timore, sfiducia, perdita di motivazione. La situazione è aggravata da condizioni di lavoro scolastico autoritarie che inducono disinteresse, noia, individualismo, competitività.
Molti ragazzini aggrediscono perché sono incapaci di stabilire empatia con gli altri e perché nell’ambiente scolastico c’è un clima inadeguato alla convivenza.

La morale non si insegna, è come la grammatica, possiamo conoscere perfettamente le regole, ma essere incapaci di applicarle nella comunicazione quotidiana.
Di più: la conoscenza delle regole è pericolosa, per lo meno nella fase dell’apprendimento, perché può far credere agli alunni, ed anche ai maestri, che basta conoscere le regole per essere ‘cittadini’; quindi possono ritenere che non serve fare nessuno sforzo speciale per integrarle nella propria condotta di vita.

Freinet ritiene che un rinnovamento morale e civile non possa realizzarsi in una scuola autoritaria dove i bambini:
a)     siano isolati dalla vita autentica. La scuola esige loro una serie di comportamenti diversi da quelli a cui sono abituati nel contesto di vita;
b)    siano obbligati a un’obbedienza incondizionata, cioè a pensare secondo le norme della scuola e ad eseguire ordini e di conseguenza si riducono ad essere passivi e sottomessi o conformisti;
c)     non godono di nessuna libertà: in luogo di consentire che si organizzino e si abituino ad assumere decisioni, la scuola induce all’egoismo e alla competitività, impedendo ogni forma di collaborazione;
d)    per reazione all’autoritarismo diventano ribelli, indisciplinati, asociali.

Freinet propone una radicale trasformazione dell’organizzazione d’aula che:
a)     favorisca la libera espressione in tutti gli ambiti: la scrittura di testi, l’espressione delle proprie idee, l’assemblea, l’autogestione, l’organizzazione in gruppi, l’elezione di propri rappresentanti
b)    metta in rapporto con il lavoro creativo e la vita reale attraverso un insieme di organizzatori (il testo libero, il giornale scolastico, le conferenze infantili, l’assemblea, il piano di lavoro, il calcolo vivente, le uscite, la ricerca).
c)     elimini i voti, le qualifiche, le classificazioni, che costituiscono una delle forme più immorali di controllo della scuola tradizionale, abituando alle piccole scorciatoie, a imbrogli, allo sforzo superficiale che ostacolano la formazione di un clima di convivenza democratica.
d)    coltivi il successo, in relazione alle capacità di ciascuno/a, mentre nella scuola tradizionale si coltiva l’insuccesso.
e)     promuova la cooperazione nel lavoro, la democratizzazione, l’assunzione collettiva delle decisioni nell’assemblea.

Alla base dell’educazione Freinet vede la pratica democratica come fondamento della formazione etica del cittadino. ‘La democrazia di domani si prepara con la democrazia a scuola. Un regime scolastico autoritario non può formare cittadini democratici. ’[1]
Occorre formare il cittadino consapevole dei propri diritti e dei propri doveri che sia in grado di partecipare attivamente in una società democratica.

Cos’è l’assemblea scolastica?
E’ una riunione periodica che si realizza con la finalità di presentare, commentare, analizzare e risolvere conflitti quotidiani, di riconoscere lo sforzo e le azioni dei propri compagni e di organizzare il lavoro di gruppo. E’ uno spazio formativo dove si apprende ad esprimere le proprie idee e ad ascoltare gli altri, a sostenere il proprio punto di vista e ad argomentare, a rispettare gli altri e ad accettare i loro errori.

L’assemblea ha lo scopo di:

  1. iniziare gli alunni alla conoscenza e alla pratica dei valori democratici;
  2. attivare la solidarietà, la cooperazione, il pensiero critico, sviluppare autonomia e responsabilità;
  3. regolamentare la disciplina e la convivenza sociale;
  4. prevenire e superare i conflitti sul piano del rispetto, dell’uguaglianza, della tolleranza, della giustizia;
  5. favorire la comprensione delle differenze individuali accettando le idee, le credenze, le preferenze e gli atteggiamenti degli altri;
  6. contribuire all’organizzazione di idee, alla formulazione di giudizi e allo sviluppo dell’espressione orale.

Tali criteri sono le linee guida per valutare e riconoscere i progressi del gruppo e dei singoli ( la valutazione non riguarda solo il percorso individuale ma anche l’osservazione del procedere dei processi di gruppo ).
Bisogna essere convinti e sostenere con le famiglie che non è una perdita di tempo, ma un investimento nella formazione degli alunni.
In Freinet ( ma analoghe esperienze sono state condotte nelle colonie da A. S. Makarenko, a Summerhill da A. S. Neill, nell’orfanatrofio di Varsavia da J. Korczàck,…) la riunione settimanale della cooperativa è uno spazio dove si analizzano e discutono i problemi della classe e si ricercano soluzioni, si definiscono obiettivi e richieste e si progettano i piani di lavoro.
Il lunedì si colloca in classe un quadro murale con 4 colonne che indicano: critiche, congratulazioni, proposte e realizzazioni.
Durante la settimana i bambini scrivono sul tabellone le loro valutazioni sui compagni e sul gruppo firmandole con il proprio nome per essere responsabili delle proprie opinioni.
L’ultimo giorno della settimana i bambini si riuniscono in assemblea e leggono i contenuti del murale commentando le diverse situazioni esposte. L’assemblea è gestita da un presidente e da un segretario.

Esempi:

CRITICHE
Critico Janot che salta dalla finestra della classe ( Claudine)
Critico Eliane, che tiene per sé le forbici e non me le vuole prestare (Maria)
Il presidente chiede agli ‘accusati’ se accettano la critica, chi l’ha scritta argomenta le sue ragioni e l’accusato ha il diritto di replica per difendersi.
A volte la discussione si fa accesa, il presidente mantiene l’ordine e fa sì che si parli uno alla volta. Il segretario registra nel libro dei verbali le decisioni finali.
Se necessario, il maestro interviene per evitare sviluppi non consoni.

CONGRATULAZIONI
Mi congratulo con Stevens e con tutti quelli che hanno lavorato bene per la scelta delle poesie ( Frank e Jean Paul)
Mi congratulo con Patrice che ha fatto una bella barchetta ( Fred)
Le congratulazioni sono il riconoscimento allo sforzo per migliorare gli atteggiamenti e i comportamenti o per i servizi alla comunità.

PROPOSTE
il maestro deve fare attenzione alle richieste e in certi casi spiegare sinceramente perché alcune non sono realizzabili. Ad esempio nella classe di Freinet c’erano proposte tipo:
Vorremmo una bella piscina in mezzo al campo da gioco
Non voglio continuare ad essere il responsabile della tipografia ( Jean Pierre)
Mi piacerebbe che la mostra fosse organizzata meglio ( Paul)
Chiediamo che venga tagliato il grande ramo perché ci disturba quando giochiamo al pallone

REALIZZAZIONI
i bambini annotano i risultati conseguiti, che li motivano a continuare a lavorare con entusiasmo. Vengono alla luce gli aspetti positivi realizzati dalla classe.
Abbiamo dipinto dei bei disegni (Sylviane)
Ho dato una conferenza interessante con Jean Pierre (Roland e Jean Pierre)
Ho costruito una bella scatola per gli insetti ( Richard)

L’assemblea è uno spazio privilegiato di educazione morale e civile, sostituisce il controllo verticale e le punizioni con il dialogo, il consenso, il rispetto e le scelte in un ambiente cooperativo e democratico. Stimola alcuni a impegnarsi e altri a sforzarsi di superare le loro debolezze, rende tutti responsabili delle loro azioni.
Consente di sviluppare capacità di sottoporre problemi, di argomentare, di difendere una causa e di discutere pubblicamente.
La dinamica dell’assemblea personalizza l’ambiente collettivo e facilita l’identificazione dell’individuo con il gruppo.

I maestri e le maestre che praticano la pedagogia Freinet hanno introdotto una serie di varianti all’assemblea pur mantenendo lo spirito educativo della tecnica adattandola al livello, al grado, all’età, alle condizioni infrastrutturali.
In alcuni casi è gestita per una fase dall’insegnante finché i bambini diventano autonomi, in altri dove alunni e maestri hanno più esperienza l’assemblea si installa da principio, ci sono anche esperienze in cui l’intera scuola si raccoglie in assemblea.

Si possono definire le seguenti fasi:

SENSIBILIZZAZIONE
Si promuove la riflessione sul ruolo che gli alunni possono avere in:
a)     la soluzione di conflitti quotidiani tramite il dialogo;
b)    la partecipazione all’organizzazione del gruppo, l’inserimento in commissioni ( materiali, biblioteca, arredamento, igiene, assistenza, giochi,…)
c)     la pianificazione delle attività
d)    la presa di decisioni e l’elezione dei rappresentanti
E’ importante che i bambini e le bambine siano convinti dell’importanza che assume l’assemblea. non deve essere vissuta come un’idea dell’insegnante ma come una necessità per partecipare attivamente alla vita sociale.

ELABORAZIONE DEL REGOLAMENTO DEL GRUPPO
La vita della classe deve essere diretta da regole chiare stabilite democraticamente dagli alunni. A gruppi, i bambini discutono e propongono le norme che daranno corpo al regolamento. Vengono poi analizzate in plenaria e sceglie quelle che costituiranno il regolamento. Sarà la piccola grande Costituzione che regolamenterà i rapporti interpersonali e il clima generale. Con il regolamento i bambini esercitano la loro libertà e nello stesso tempo rispettano i limiti concordati.

INSEDIAMENTO DELL’ASSEMBLEA ED ELEZIONI
Il maestro apre la prima seduta, dà il benvenuto e dichiara formalmente insediata l’assemblea. Si procede poi alle elezioni a cui partecipano anche gli insegnanti e i genitori eventualmente presenti:
a)     il maestro invita l’assemblea a formulare proposte
b)    i nomi si scrivono alla lavagna, i candidati si presentano
c)     il voto può essere palese o segreto ( se la situazione lo richiede, ad esempio se un gruppo di alunni esercita pressioni sugli altri); si decide come attribuire le cariche di presidente, vicepresidente, segretario; a volte gli alunni propongono turni di nuove elezioni per favorire l’esperienza da parte di tutti
d)    il presidente apre e dirige l’assemblea dando la parola

L’assemblea va realizzata ogni settimana, di preferenza il venerdì al termine della giornata ( a meno che la situazione non richieda la convocazione di un’assemblea straordinaria).
Le sedie vanno disposte in modo che tutti possano vedersi in faccia. La durata dell’assemblea varia a seconda dell’età e dell’ordine del giorno: alla scuola dell’infanzia può durare da 15 a 20’, nei primi anni della primaria mezz’ora e via via un’ora o più.

Il ruolo dell’insegnante
a)     assumere le proposte formative dell’assemblea
b)    dare fiducia ai bambini: senza fiducia nei bambini non sta in piedi l’assemblea; il maestro deve essere convinto che possano organizzarsi, esprimere le loro opinioni, decidere, assumersi delle responsabilità ed esercitare la loro libertà in modo sensato. Il maestro che agisce in questa direzione cede parte della propria autorità all’autogestione del gruppo e rinuncia al suo potere tradizionale.
c)     animare i bambini. All’inizio essi porranno resistenza all’espressione delle loro opinioni, sia perché non sono abituati che perché pensano che sia compito del maestro risolvere i conflitti e organizzare il lavoro.
d)    essere imparziale. In certe occasioni l’assemblea non può risolvere problemi particolarmente difficili ( per esempio, un furto o gravi forme di indisciplina) e i bambini attendono dall’insegnante il suo punto di vista e la decisione definitiva. In questi casi il maestro dovrà essere assolutamente imparziale. in questo modo trasmetterà il senso di giustizia. Deve garantire un ambiente di libertà e rispettoso affinché l’assemblea no si traduca in un processo per nessuno, né si applichino sanzioni irrazionali che offendano la dignità. Le misure consentite devono essere scusarsi, riparare il danno, realizzare qualche lavoro a beneficio della comunità.
e)     promuovere la riflessività prima dell’azione: il maestro deve orientare gli alunni perché non prendano decisioni precipitose. E’ importante esercitare a soppesare alternative per la soluzione di conflitti.

[1] C. Freinet, ‘Le mie tecniche’, La Nuova Italia, Firenze