E COME EDUCAZIONE CIVICA
di Giancarlo Cavinato
QUALE EDUCAZIONE CIVICA (CON RELATIVO VOTO)
Il governo uscente ha prodotto per la scuola due disposizioni fondamentali: la videosorveglianza nelle istituzioni educative per l’infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e disabili con l’emendamento al DDL 1248 ‘Sblocca cantieri’ (garantendo così protezione e cura dell’intero ciclo di vita) e la legge n. 92 sull’educazione civica (un revival di grande efficacia soprattutto se accompagnato dalla votazione numerica, indubbio deterrente per bulli e sregolati).
Che dire sulla prima misura? Che è una semplificazione anestetica a fronte di complesse problematiche di disagio e sofferenza. Una scuola che viene presentata e considerata non come luogo in cui sia piacevole e costruttivo sostare, ma come luogo di rischio, sottoposta a controlli esterni alla relazione educativa, non può consentire l’instaurarsi di rapporti fiduciari, come ben sottolinea in una lettera all’Arena di Verona il maestro Antonio Rocca.
Sulla seconda scrive Freinet nell’ invariante n. 13 ‘Le acquisizioni non si fanno tramite lo studio delle regole e delle leggi, ma con l’esperienza’ soprattutto in un ambito così delicato come la costruzione di atteggiamenti, orientamenti verso la realtà, valori e scelte di vita.
E’ illusorio pensare di modificare comportamenti e costruire senso di responsabilità disciplina personale e cura del bene comune attraverso una disciplina, quando è l’intera esperienza scolastica che deve funzionare come un contesto democratico.
Ancora Freinet nell’ invariante n. 27: ‘La democrazia di domani si prepara con la democrazia a scuola. Un regime autoritario a scuola non può essere formatore di cittadini democratici.’; e, nell’invariante n. 24: ‘La vita nuova della scuola presuppone la cooperazione scolastica, cioè la gestione da parte degli utenti , educatori compresi, della vita e del lavoro scolastico.’
E’ questa la condizione per un’autentica educazione di cittadine e cittadini: non un insegnamento esterno ma la condivisione di spazi tempi attività in cui si sperimenti la condizione di soggetti istituenti le proprie regole, e non istituiti.
Giancarlo Cavinato (Movimento di Cooperazione Educativa)