Insegnare educazione civica in una società a democrazia malata
La necessità di insegnare ad essere cittadini informati, critici, attivi è indubitabile.
Non perché lo prescriva una legge frutto di decine di proposte di varia origine, ma perché seguendo i fatti di cronaca, le vicende politiche, la involuzione della società un campanello di allarme sta suonando da tempo. Ma, prendendo atto della realtà, cosa gli raccontiamo?
Visto che i giovani non imparano da quello che diciamo loro, ma da quello che ci vedono fare, da quello che noi siamo, dal clima in cui vivono e dalle esperienze significative anche dal punto di vista emotivo e relazionale che facciamo insieme, come coinvolgerli nel rispetto (non nella conoscenza) delle regole e della Costituzione in una società malata ed in una democrazia in crisi?
Democrazia e diritti sono parole con significato solamente positivo come pensiamo o le cose sono molto più complesse?
1- Stiamo assistendo da anni alla crisi dei vari modelli di democrazia: dal crollo di quella socialista, alla crisi della d. liberale rappresentativa in Europa, USA, mondo, di fronte ad un capitalismo e ad una globalizzazione selvaggia e incontrollata (anche nel web); alla utopia di una democrazia diretta grazie alla rete. Di quale democrazia parliamo?
2- La nostra Costituzione riconosce diritti di 4 generazioni, affermatisi in 4 secoli (N. Bobbio, L’età dei diritti). E su questi è impegnativa. “E’ compito dello Stato rimuovere tutti gli ostacoli…che impediscono di avere quel diritto”, si conclude ogni articolo. Non promette la “Felicità” come quella USA – stato soggettivo/individuale che è valso per i ricchi e i potenti, non per gli schiavi e per i poveri che avevano altri problemi – Zagrebelsky – ma Lavoro, Salute, Istruzione, Assistenza…(diritti sociali conquistati nell’800 dalle lotte operaie e contadine ), oltre ai diritti individuali e personali conquistati dalla borghesia dall’Illuminismo in poi. Perché i diritti si conquistano, si strappano non sono un dono o uno stato né sono per sempre (N Bobbio).
Si possono anche perdere in tutto o in parte. Il d. allo studio, al lavoro come stanno oggi?
Secondo 2 studi uno dei maggiori giornali USA ed uno di giuristi italiani l’Italia in quanto a democrazia avrebbe un voto tra il 7 e l’8 come “d. con problemi e sotto tutela”(UE) e l’altro ci colloca in serie B terzi, dopo Giappone ed USA, come d. con problemi al 21° posto voto 7/8.
Ma anche impegnativa per noi perché a decine di diritti nella Carta si affiancano 4 doveri:
Art 2. Garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…ma richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
a) l Diritto/dovere di votare. Alle ultime Europee il 46% non ha votato. Sommando le schede bianche/nulle succede che il 18% degli Italiani ha deciso chi avrebbe comandato.
Perché?
Gli Italiani che hanno dal 2004 al 2014 perso la propria fiducia nelle Istituzioni è passato dal 38 al 70,6% e secondo alcune indagini si salvano Il Presidente della Repubblica, talora i carabinieri, in modo altalenante la Magistratura e “stranamente”(?) tiene la fiducia nella scuola. Inoltre è molto aumentata la differenza fra la realtà e la percezione della gente che stima il 25% (con punte del 40, 50%) il numero di stranieri presenti in Italia (secondo UNHCR il 2,4% della popolazione nel 2014); comunque già prima di questo governo il 5% e senza leggi speciali: tra i più bassi d’Europa. Distrarre l’attenzione e catturare consenso con falsi pericoli e nemici è la tattica del populismo, da sempre. La gente si sente impaurita, scontenta ed agisce di pancia e non di testa. Invoca “soluzioni dure e un uomo forte”.
Con la attuale legge elettorale il partito che raggiungerà il 40% avrà il controllo non solo del governo ma anche del Parlamento che dovrebbero essere poteri separati.
Scelto dal 20% della popolazione attiva.
Come in passato saranno il Presidente della Repubblica, la Magistratura, la Corte Costituzionale e quindi la Costituzione la vera opposizione al “regime” di una “élite” (?) politica?
b) Il dovere di pagare le tasse (?) art 53 in modo proporzionale e progressivo
c) quello di difendere la Patria art 52.
d) quello di partecipare col proprio lavoro, le proprie risorse al bene comune art 2, 4 ed altri
Il contrario di mi faccio i fatti miei, non pago le tasse, voglio essere padrone a casa mia…
3- Il limite ai diritti, che nascono da bisogni è sempre stato indicato nei diritti degli altri e i doveri non sono una compensazione, ma parte di un progetto. Perché la nostra ricca, articolata, equilibrata Costituzione è un progetto cui tendere, una serie di conquiste da difendere e rielaborare. Oggi. Subito.
Ma oggi assistiamo a idee individuali senza limiti che diventano bisogno e poi diritto (insultare, perseguitare, sparare e uccidere, usare violenza, essere padroni a casa propria, violare i diritti umani e le norme internazionali vs art 10 (diritti di 3° generazione- N. Bobbio) cit .Zagrebelky. Dentro e fuori la rete.
4- Non ci aspettiamo la salvezza dalla rete. La rete non salva e non danna (Rodotà), dipende da chi e come la usa, le piattaforme possono essere truccate e le elezioni da Trump in poi lo sono di sicuro tra Fake news (2/3 delle notizie del sito del partito repubblicano e 1/3 per i democratici) e spioni russi che ledono in modo evidente il nostro stanco diritto ad esprimerci . Ma non è colpa della rete (Bauman) . Diritti di 4° generazione (il digitale) sono “solo e spesso” espansioni dei diritti di 1 generazione.
5- Allora la democrazia secondo Zagrebelky da sempre definita governo del popolo (art 1) ma anche con il popolo e per il popolo, che deve essere rappresentato, è da sempre la lotta del popolo contro una élite (politico/economica), che si realizza pienamente in certi momenti brevi della storia (De Tocqueville); per noi dalla Resistenza alla Costituzione; per il resto deve essere difesa o conquistata.
Perché non diventi governo attraverso il popolo cioè demagogia, populismo. Attenzione: niente populismo manovrato art 1. …La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Limiti, Istituzioni, equilibrio dei poteri, mediazione…
6- “Lo statista pensa alle generazioni future, il politico alle prossime elezioni, il demagogo, dai sofisti in poi, ai sondaggi. La sondocrazia.
“Io non mi interesso di politica ma di cosa vuole la gente” G. R. Casaleggio
“Il miglior modo per far fare alla gente quello che vuoi è promettergli quello che sai che desidera” E. Goering
Approfondiremo. Ma questa forse potrebbe essere la prima lezione di un corso di Ed. Civica?
Testo Costituzione commentato
Approfondimenti ed idee per la didattica della cittadinanza
Approfondimenti e idee per la formazione alla cittadinanza digitale
(art 5 legge Ed Civica)