Rai Scuola: di tutto, (ma) di meno

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di Marco Guastavigna

La sindemia ha fatto un’altra vittima.

La Rai ha compiuto una scelta davvero molto discutibile, disattivando completamente la sezione fino a qualche mese fa dedicata alla produzione e alla raccolta di contenuti interattivi prodotti da singoli utenti della sua piattaforma per la costruzione di lezioni multimediali, di cui troviamo ancora una pallida ed ectoplasmatica testimonianza grazie a Wayback Machine.

Utilizzando i vecchi indirizzi, si viene ora proiettati all’interno dell’insieme dei materiali per la scuola prodotta direttamente da Rai Play.
Davvero un vulnus alla didattica.

Non solo perché non aver nemmeno avvisato della decisione le centinaia di insegnanti—tra cui il sottoscritto e numerosi colleghi, a diverso titolo corsisti di TFA, Prefit, Specializzazione per il sostegno — dimostra quale sia l’effettiva considerazione da parte dell’ente radiotelevisivo a proposito di chi non è un professionista della comunicazione.
Ma anche e soprattutto perché il meccanismo sacrificato testimoniava un approccio davvero utile e lucido: la mediazione didattica come autorialità indiretta.

Rai Scuola permetteva e richiedeva infatti la costruzione di percorsi multimediali mediante selezione e raccolta strutturata di video, testi, immagini e così via già presenti sulla rete internet, al fine di realizzare un’unità tematica strutturata, corredabile di strumenti per l’elaborazione e il commento, come testimoniato anche dal tutorial a suo tempo realizzato da Gianfranco Marini.
Il tutto veniva poi pubblicato sulle pagine RAI e inserito in un archivio fornito di uno specifico motore di ricerca, capace di scansionare per tema, ordine di scuola, titolo delle lezioni prodotte.

Un’idea, insomma, semplice da realizzare sul piano tecnico-operativo e per ciò stesso potentissima sul versante cognitivo e culturale e replicabile più e più volte: il focus del lavoro richiesto agli autori di secondo livello erano infatti i criteri per la scelta dei materiali (attendibilità, comprensibilità, inclusività) e lo scopo e le caratteristiche delle attività di riflessione su di essi.

Saremmo davvero curiosi di conoscere le ragioni di questa decisione, che ci pare in piena contraddizione con la generale mobilitazione messa in atto dall’emittente pubblica a fronte della situazione emergenziale delle scuole.